Giochi gratis ma non troppo

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  • 07 Gennaio 2019

Giochi gratis ma non troppo

Tempo di lettura: 4 minuti

Chi di noi non ha nel proprio telefono almeno uno o due giochetti scaricati gratuitamente dallo store? O, per lo meno, chi non ha provato almeno una volta a scaricarne uno?
Quello dei giochi gratuiti come Clash of Clans e Candy Crush è un vero e proprio boom, ce ne sono alcuni veramente ben fatti, articolati, con grafiche accattivanti, ottimi compagni per superare i momenti di noia nelle sale di attesa.

Quello che sfugge ai più però è che la gratuità è relativa.

Ovvero, scaricare l’app dall’Appstore di Apple o dal Playstore di Google non comporta alcun addebito, i primi momenti di gioco sono spassosi ed allettanti, queste applicazioni però sono studiate per incassare, dunque senza pagare non si può godere pienamente dell’esperienza di gioco.

Come funziona il meccanismo?
Molto semplicemente, ad esempio per consentire al nostro personaggio di diventare più forte, abile o veloce e battere così gli avversari, si rende necessario l’acquisto di equipaggiamenti o armi, un altro esempio: in caso di sconfitta, in alcuni casi pagando una piccola cifra è possibile ripetere solo l’ultimo livello senza essere costretti a ricominciare da capo.
In poche parole, per vincere bisogna pagare.
I metodi sono subdoli, gli acquisti sono limitati a piccole somme che a lungo andare però, euro su euro possono trasformarsi in cifre da capogiro, soprattutto se si pensa che si tratta pur sempre di giochetti passatempo!

Il fatto di dover pagare per avere qualcosa in più da applicazioni o servizi che vengono offerti gratuitamente per funzioni base non è riservato ai soli giochi. Pensiamo ad esempio a Spotify per ascoltare la musica, è possibile utilizzare il profilo free e non spendere nulla, ma se vogliamo saltare la pubblicità o se ad esempio vogliamo scegliere l’ordine di ascolto dei brani, dobbiamo passare all’abbonamento premium a 9,99 euro al mese. Ma se nel portale Spotify è tutto decisamente chiaro: “se vuoi questo devi pagare questo”, per le applicazioni disponibili negli store, e soprattutto per i giochi, talvolta il discorso si fa un po’ più infido e passa attraverso la funzionalità che si chiama “acquisti in app”.

Tutte queste applicazioni che si rendono disponibili gratuitamente chiedendo poi dei pagamenti per ottenere strumenti per giocare come vite, gemme da scambiare, armi o monete virtuali, si chiamano Freemium. E’ un neologismo nato dall’unione delle due parole Free (gratuito) e Premium (inteso come servizio che si ottiene dietro pagamento di un corrispettivo).

Tutto bene finché è sotto controllo, ma cosa accade se lasciamo il telefono a figli o nipoti, oppure se la situazione sfugge di mano? Il meccanismo che si potrebbe innescare è lo stesso dei giochi d’azzardo, per cui perdere è frustrante e pur di ottenere un po’ di gratificazione si è disposti a sborsare qualcosa, gli importi sono piccoli ed è per questo che la cosa è ancora più pericolosa, perché piccoli importi elargiti frequentemente possono trasformarsi nel tempo in somme considerevoli.

Come correre ai ripari o come agire preventivamente prima di ritrovarsi la carta di credito ricaricabile prosciugata? Nomino volutamente la carta di credito ricaricabile, perché per questo genere di cose è saggio utilizzare delle carte dedicate (tipo Postepay) che contengano piccole somme, in modo da contenere eventuali esborsi non voluti.
Dunque per tenere sotto controllo la situazione, soprattutto se il telefono può finire in mano a bambini e ragazzi, bisogna innanzitutto prevedere dei sistemi di blocco dello smartphone (e questo a prescindere), poi è necessario agire sulle impostazioni generali degli store dei nostri telefoni, Appstore per Apple e Playstore per Android, impostando delle password o disabilitando gli acquisti in app.

A questi link ci sono tutti i passaggi:
Apple: Support Apple
Google: Support Google

Attenzione, come è specificato nella pagina di supporto Google, l’autenticazione è valida per 30 minuti. Significa che una volta inserita la password non verrà più richiesta per la successiva mezz’ora. Dunque se in quei trenta minuti lasciate vostro figlio col telefono, potrà tranquillamente comprare un paio di castelli (veri) e tutti i gioielli della regina (Elisabetta) senza che Google batta ciglio, dunque non lasciatelo solo!


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